L’intelligenza artificiale (AI) è ormai una presenza costante nella nostra vita online, con strumenti come chatbot e motori di ricerca che utilizzano questa tecnologia. Tuttavia, l’aumento del suo utilizzo sta comportando un crescente impatto ambientale, in particolare sul consumo di energia e risorse naturali.
Dal lancio di ChatGPT nel 2022, l’AI generativa ha preso piede nella Silicon Valley e oggi alimenta molte delle interazioni quotidiane online. Ma questa diffusione ha portato a un forte incremento del fabbisogno energetico per alimentare i data center che sostengono i modelli di AI.
Le aziende tecnologiche stanno diventando consapevoli di questo problema: Google ha recentemente abbandonato il suo status di neutralità sulle emissioni di CO2 e Microsoft potrebbe dover rivedere i suoi obiettivi di sostenibilità a causa della crescente domanda di potenza per l’AI.
Più i modelli di AI diventano complessi, maggiore è il consumo di energia necessario. Nonostante gli sforzi per rendere questi sistemi più efficienti, come l’uso di chip più avanzati e la creazione di modelli più piccoli, il problema rimane significativo. I data center, oltre a consumare enormi quantità di elettricità, necessitano anche di grandi quantità d’acqua per il raffreddamento.
Mentre l’AI continua a espandersi in ogni settore, la domanda è quando il suo consumo energetico raggiungerà il picco. Gli utenti attenti all’impatto ambientale potrebbero trovarsi di fronte a difficoltà nel ridurre il proprio consumo, poiché molti strumenti di AI sono ormai inclusi come funzioni predefinite nei software quotidiani. L’integrazione dell’AI nelle nostre vite è inevitabile, ma il settore dovrà affrontare il delicato equilibrio tra innovazione e sostenibilità energetica.